Il progetto

Istruttoria pubblica progettazione comune “progetto adolescenza”

Premessa | Metodo | Le attività

Obiettivo generale

Mappatura dei servizi, dei progetti e delle opportunità per i giovani da 11 ai 17 anni nel distretto Rimini Nord e realizzazione di uno strumento multimediale di racconto dell’offerta e intercettazione della domanda.

Obiettivi specifici

  • Fare una mappatura dei servizi e delle opportunità (progetti, iniziative stabilizzate, innovazioni) rivolte ai giovani dei 14 Comuni del distretto Rimini Nord.
  • Realizzare mappe innovative per la raccolta e la restituzione dei dati sia dal punto di vista del metodo sia del prodotto.
  • Restituire agli enti pubblici coinvolti una lettura delle opportunità presenti sul territorio interpretata a partire dai temi della partecipazione e della vulnerabilità degli adolescenti.
  • Realizzare uno strumento multimediale adeguato al target: si tratta di un sito con configurazioni ottimizzate per tutti i devices affinché possa essere navigato partendo da un’interfaccia progettata ad hoc per adolescenti e cittadini.
  • Realizzare uno strumento facilmente aggiornabile per gli operatori e per il privato sociale accreditato (ad esempio tramite appalti e gestione di servizi).
  • Realizzazione di uno strumento che permetta la partecipazione e la progettazione da parte degli adolescenti del territorio, tramite programmazione informatica dedicata, al miglioramento dei servizi e all’arricchimento dell’offerta.

Destinatari beneficiari

  • Operatori dei servizi pubblici al fine di avere una visione complessiva dei servizi e delle opportunità e loro distribuzione sul territorio.
  • Adolescenti tra gli 11 e i 17 anni al fine di supportare l’autonomia, la partecipazione, proporre punti di riferimento nelle situazioni di vulnerabilità.
  • Famiglie con figli adolescenti per supportare il percorso di crescita dei figli e evitare l’isolamento e il senso di solitudine.
  • Insegnanti in modo da poter indirizzare o attivare percorsi positivi partendo dalla vicinanza con bisogni specifici.
  • Operatori del privato sociale coinvolti nella progettazione e programmazione territoriale al fine di calibrare puntualmente gli interventi, evitare doppioni, facilitare sinergie e reti.

Premessa

Chiedere a ragazzi dagli 11 ai 17 anni di focalizzare l’attenzione sull’uso degli spazi e dei servizi che li circondano, significa non solo mapparne la funzione e la relazione ma anche dotarsi di uno strumento utile a riconoscerne il potenziale educativo e sociale.
Lo spazio che circonda e ospita la quotidianità dei giovani è il terreno con cui essi misurano il loro stare al mondo, il luogo dove sviluppare relazioni, lo strumento con cui capire la cultura del luogo in cui vivono, come si è formata la società nella quale stanno crescendo. Vivere e leggere il territorio permette loro di dotarsi di strumenti di comprensione. Nell’intenzione di dare elementi utili alla progettazione e al miglioramento dei servizi a disposizione degli adolescenti, una lettura dello stato dei fatti che parte dai luoghi, permette di identificare bisogni, criticità, potenzialità. Fa parte dell’essere adolescente la volontà/necessità di uno spazio, il farlo diventare proprio, riconoscersi in esso. Inoltre, utilizzando la chiave dei luoghi, è possibile estrarre ed affrontare tematiche che stanno a cuore ai giovani, che loro stessi fanno emergere in maniera naturale. Porre loro una domanda sui luoghi, significa di fatto porre una domanda rispetto alla loro identità. Perché per essi lo spazio pubblico è lo spazio altro rispetto alla casa, alla scuola, alle attività strutturate – è lo spazio della libertà – dove formare se stessi, esprimendo parti del proprio carattere che negli altri contesti possono o vogliono essere tenute nascoste. Lo spazio pubblico è spesso poco esplorato nella sua dimensione relazionale con i giovani. Eppure, anche qui, ragazzi e ragazze, manifestano i propri pensieri, formano una mente politica, prendono coscienza del proprio essere cittadini, possono osservare le diversità e in quelle diversità riconoscere anche i tratti di se stessi.

Il metodo

Il progetto è stato sviluppato attraverso incontri in classe, durante i quali i giovani sono stati coinvolti in attività tipiche della cartografia partecipata.

Le attività

Attività 1

Ogni classe o gruppo di giovani è stato invitato a indicare in un foglio (e dove possibile in una mappa) i luoghi che esso frequenta – organizzando le informazioni in base alle sensazioni che i luoghi stessi suscitano.
La nostra ipotesi di ricerca è che i servizi pubblici rivolti ai giovani andassero riletti come luoghi: il Centro Giovani, ad esempio, non emerge, nelle parole degli adolescenti, come un “servizio pubblico” ma come un luogo in cui passare del tempo con gli amici o partecipare a degli eventi e progetti.

  • Luoghi che producono emozioni positive, dove andare quando si sta bene/nei quali ci si riconosce quando si sta bene.
  • Luoghi che suscitano emozioni negative o che mettono paura, ovvero luoghi che rispecchiano il modello di ciò che si ritiene non giusto, non positivo.
  • Luoghi che incuriosiscono ma dove non si è mai stati, ovvero luoghi che affascinano – per la loro storia, per la loro posizione – o comunque luoghi in cui si è posata la nostra attenzione, che non sono passati inosservati.
  • Un luogo in cui si va da soli, in cerca di sé stessi o semplicemente, quel luogo che si sente un po’ più personale, per le sue caratteristiche o perché sta vicino a casa.
  • Un luogo dove si incontrano gli amici, che può essere ben visibile o nascosto, che può essere identificato con certe caratteristiche.
  • Un luogo che si vorrebbe cancellare dal proprio paese/città perché ritenuto inadatto.
  • Uno spazio pubblico abbandonato, con delle potenzialità e che suscita idee.
  • Per concludere, una serie di parole chiave con cui descrivere il proprio luogo di vita.
Attività 2

Un secondo questionario è stato sottoposto ai giovani con l’intento di misurare:

  • La conoscenza delle possibilità già presenti nel territorio in termini di cultura (cinema, teatro, mostre, incontri, biblioteche o aule studio, fablab).
  • La partecipazione alla vita della comunità, come ad esempio la pratica del volontariato o altre attività da svolgere durante il tempo libero, nel week end, da soli, con la famiglia, con gli amici.
  • La percezione delle criticità e delle potenzialità dello spazio scuola.
  • La capacità di immaginare il proprio futuro, o meglio, la percezione del futuro nel proprio territorio, se esso sarà in grado di rispondere alla aspettative che i giovani immaginano di avere da adulti.
  • La mobilità, intesa come possibilità di essere il più possibile autonomi e in condizione di fruire di spazi e servizi senza ricorrere al rapporto con genitori o con adulti.
  • La conoscenza delle possibilità già presenti nel territorio in termini di servizi utili alla loro vita (salute, informazione, possibilità di ricevere aiuto per risolvere problemi famigliari, scolastici, di relazione).
Attività 3

Dialogo e confronto su una tematica che emerge in maniera specifica e successiva progettazione partecipata di spazi pubblici o della quotidianità.

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